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Storie di vita

Ora Angela è considerata per quel che sa fare

Le offese e le discriminazioni vissute da una donna con disabilità intellettiva nell’ambiente di lavoro

Ci sono grandi associazioni che investono molte energie per favorire l’inclusione nel mondo del lavoro delle persone con sindrome di Down, e più in generale delle persone con disabilità intellettiva. I risultati sono visibili, sia in termini di informazione all’opinione pubblica, sia, ancor più concretamente, dal punto di vista del loro avviamento al lavoro.
Tanta, però, è ancora la strada da fare e troppo spesso arrivano clamorosi passi indietro. Basti pensare alle persone che continuano ad usare nel linguaggio comune termini come “mongoloide” o “ritardato” per offendere il proprio interlocutore.

Anche Angela, trentasettenne con la sindrome di Down, ha incontrato tutto questo nella sua vita: le offese, da una parte, e la discriminazione sul lavoro dall’altra. Ha sofferto e soffre tuttora per le prime, ma le supera con il sostegno di una famiglia sempre attenta e presente. Ha vissuto direttamente la seconda, riuscendo però a liberarsi da una situazione di scarsissima considerazione, ai limiti dello sfruttamento.

Angela è una giovane dal carattere molto autonomo. Arriva a diplomarsi come segretaria d’azienda, contando sulle proprie forze e andando sempre a scuola da sola, in autobus. Frequenta un corso di danza e anche uno di teatro, presso un’associazione della sua città. Sa usare discretamente il computer e va anche a divertirsi con un gruppo di amici fidati.
Dopo il diploma, aiuta la madre nelle faccende di casa, senza far mancare il proprio contributo nemmeno nell’azienda agricola di famiglia. Il suo carattere, però, la porta a cercare un lavoro fuori dalle mura domestiche, perché è proprio questo che vuole: misurarsi con il mondo esterno.
Grazie all’interessamento di un’assistente sociale, il lavoro arriva, come operatrice scolastica in un istituto tecnico non lontano da dove vive. Va insomma a fare la bidella, e pensa di poter essere considerata e rispettata come tale.
Ma non va proprio così: si ritrova in pratica solo a pulire i bagni, un’occupazione necessaria ma che non può certo diventare l’unica, anche perché a volte le sembra che i ragazzi facciano a gara per sporcare ancora di più, quando sanno che poi toccherà proprio a lei ripulire tutto.
Talvolta le affidano anche mansioni differenti, come suonare la campanella di uscita o aprire le porte della scuola. Ma alla fine tutto ciò che le resta di questa esperienza è un bilancio piuttosto negativo.

I genitori capiscono ben presto i rischi della situazione. Hanno la sensazione che anche qualche professore ci stia mettendo del suo, approfittando del tempo di Angela, senza valorizzarne minimamente le potenzialità.
Entra quindi ancora una volta in gioco l’assistente sociale, e questa volta arriva per Angela una buona opportunità, quella cioè di lasciare la scuola e di trovare una nuova occupazione nel Comune della sua città, dove diventa collaboratrice d’ufficio part-time.
Qui, la musica è tutt’altra, sin dal primo giorno. L’ambiente la accoglie bene e si rivela collaborativo. Non mancano nemmeno in Comune mansioni più umili di pulizia, ma Angela può anche usare la fotocopiatrice, il computer, riordinare qualche pratica e rispondere al telefono, stabilendo così positivi contatti con gli utenti.
Ora sente che lo stipendio è il giusto compenso per una serie di cose che sa fare, che vuole fare e che finalmente può fare con piacere. Senza vivere continuamente con la voglia di scappare a casa, come le succedeva prima, per non dover sopportare più quegli sguardi cattivi o quelle risatine al suo passaggio, mentre con la scopa in mano si recava a pulire i bagni della scuola.

Angela potrebbe tranquillamente lavorare tutti i giorni, ma il part-time le piace di più. La ritiene infatti la situazione ideale per passare più tempo possibile con i suoi amati cani e anche per riprendere a ballare, sua antica passione.
Ha attraversato un periodo particolarmente brutto, sempre ansiosa e agitata, ma ora è soddisfatta e pensa che in futuro la sua vita potrà migliorare ancora di più.

September 2017