Storie di vita Che fatica viaggiare, se sei sorda
Una donna sorda racconta nel dettaglio tutti gli ostacoli che incontra nei trasporti ferroviari, senza esentare il trasporto aereo e quello urbano su gomma
«Guai a dire: “ecco le meraviglie della tecnologia!” È evidente, infatti, che le opportunità tecnologiche in se stesse non bastano, perché per poterle usare al meglio ci vuole, se non proprio una mentalità sensibile ai bisogni delle persone con disabilità, almeno un po’ di buon senso nell’interesse di tutti».
Come dare torto ad Antonia, donna sorda sin dall’infanzia, pensando alla spiacevole avventura vissuta alla stazione di Bologna, quando con un biglietto già acquistato per andare a Torino con il treno di mezzogiorno è arrivata nel Capoluogo piemontese poco dopo le sei del pomeriggio!
«Mi reco al binario previsto - racconta - insieme a molte altre persone, ma il treno non arriva. Si sente un annuncio confuso tra i rumori di fondo e così vado in un altro piazzale della stazione, dove talvolta partono dei treni per Torino, ma trovo il deserto. Torno allora dov’ero prima e vedo arrivare un treno che partirà per una destinazione diversa dalla mia. Alzo la testa, ma tutti i monitor con gli annunci visivi sono spenti. Chiedo allora a qualche ferroviere di aiutarmi, ma nessuno sa nulla e tanto meno nessuno accenna a darmi una mano, anche se dico chiaramente di avere problemi di udito. Furiosa, cerco l’ufficio reclami per chiedere spiegazioni. Dopo un’attesa che mi sembra lunghissima, mi dicono che il mio treno è già partito, ma da tutt’altro binario, e che l’annuncio è stato fatto a voce con l’altoparlante. Protesto, dichiaro la mia sordità e segnalo che tutti i monitor erano spenti. Ammettono il problema e mi autorizzano a prendere due ore dopo un altro treno con lo stesso biglietto, suggerendomi però di tornare da loro una ventina di minuti prima della partenza, per verificare insieme il numero di binario giusto. E infatti le cose cambiano ancora, ma a comunicarmelo sono i componenti di una comitiva di turisti. Alla fine riesco a partire».
Un caso limite? Una giornata molto sfortunata? Assolutamente no, se è vero che la mancanza di informazioni visive nelle stazioni è spesso una costante nella vita di Antonia, per non parlare poi di quello che le può accadere quando riesce a salire sul treno giusto.
«Sui treni regionali - dice - non ci sono i display per segnalare un eventuale ritardo. Una volta, ad esempio, hanno fermato il mio treno a Genova, comunicandolo con un annuncio vocale che invitava tutti a scendere per cambiare. Io non ho sentito e ad un certo punto, sola sul vagone, sono scesa e ho chiesto cosa fosse successo. Solo lì mi hanno fatto sapere che avrei dovuto cambiare treno, ma a quel punto, ormai, l’avevo già perso!».
Che sia stato solamente uno dei tanti disservizi che prima o poi affliggono tutti i viaggiatori dei treni regionali? «Niente affatto - aggiunge Antonia - nemmeno nelle Frecce infatti, dotate di display, ci sono sempre le informazioni che servono in determinati momenti importanti».
Recentemente sono stati presentati i nuovi treni regionali che dovrebbero viaggiare entro un paio d’anni. Saranno accessibili e con tutti i display funzionanti. Antonia si augura, quindi, che sia finalmente la volta buona per godere di una comunicazione adeguata.
Questo è ciò che accade per viaggiare a terra. E per i voli aerei? «Io non usufruisco dell’assistenza - spiega Antonia - perché una persona sorda, a meno che non abbia problemi di comunicazione sul parlato, non dovrebbe incontrare grandi difficoltà. Anche qui, però, è necessario essere sempre vigili, seguire i monitor con gli eventuali cambiamenti dei voli e capire per tempo cosa sta succedendo. Per questo, quando devo andare in un aeroporto non mi sento mai del tutto tranquilla».
Come vanno le cose, infine, con la mobilità urbana? Non sempre lisce nemmeno qui.
Antonia conosce bene Torino, la sua città, e se la cava discretamente, tenendo anche conto che in alcuni dei nuovi pullman sono arrivati finalmente i display che segnalano le fermate successive. «Un servizio - tiene a sottolineare Antonia - utile per tutti e non solo per me».
Quando però deve andare in altre città, iniziano i problemi. «A Roma, ad esempio, mi è successo che negli autobus ci fossero gli annunci vocali, ma mancassero completamente i display con le informazioni visive. E mi è anche capitato di essere trattata in malo modo da qualcuno a cui avevo chiesto informazioni».
Servizi mancanti, incapacità di usare bene le tecnologie: tutto si risolverà una volta superati questi ostacoli? Quasi certamente no, perché forse uno dei problemi principali sta ancora nei comportamenti delle persone di fronte ad una limitazione come quella di Antonia. Lo racconta bene lei stessa: «Purtroppo - dice - la sordità non si vede subito e così succede che, molto spesso, quando le persone si rendono conto che non sento e iniziano ad incontrare difficoltà a dialogare con me, perché magari non capisco cosa dicono e chiedo di ripetere, allora si innervosiscono e si allontanano».
November 2017