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Storie di vita

La scoperta di una diversa accessibilità

La storia di un uomo in carrozzina che per lavoro ha lasciato la sua città del Sud Italia, scoprendo realtà del tutto nuove, sia riguardo ai mezzi di trasporto che all’accessibilità

Dopo essersi trasferito a Bologna per motivi di lavoro, Vittorio, trentenne con disabilità motoria, ha avuto modo di verificare direttamente varie situazioni legate ai mezzi di trasporti e all’accessibilità. E non sono mancati i confronti con la realtà della sua piccola città natale, nel Sud d’Italia.
Con i treni, in realtà, le cose non sono andate affatto male. «Ho iniziato a viaggiare in treno da un paio d’anni - spiega - abbandonando la mia macchina adattata, soprattutto per motivi economici. Devo dire la verità: Trenitalia mi è sembrata bene organizzata. Prenoto due, tre giorni prima la data di partenza, c’è un posto dedicato alle carrozzine e l’assistenza è adeguata. Qualora ne avessi bisogno, anche il bagno è accessibile. Ovviamente qualche intoppo può capitare, ma si resta sempre nell’ordinaria amministrazione».

Per il suo corso di dottorato, Vittorio ha avuto modo di viaggiare anche in aereo, per partecipare ad alcune conferenze internazionali e nemmeno qui, a quanto pare, ha incontrato grosse difficoltà. «Sono andato due volte in Francia - racconta - e anche a Montecarlo, e nel complesso l’organizzazione mi è sembrata buona».
Il bilancio, quindi, è positivo, con un unico neo riferito proprio alla necessità di dover prenotare qualche giorno prima, in vista dei suoi viaggi. E questo non fa certo sentire Vittorio come un cittadino al pari degli altri.

Pur avendo portato la sua auto a Bologna, qui si sposta molto con i taxi, che gli sembrano una soluzione ideale. «Ho trovato addirittura dei taxi che sono dei van accessibili - racconta con sincero stupore -, cosicché, quando arrivo in stazione, chiamo il numero verde del Servizio Taxi, prenoto e mi vengono a prendere per portarmi dove voglio. Neanche i taxi normali, probabilmente, mi creerebbero alcun tipo di problema, ma per non dover smontare la sedia preferisco questi veicoli, che con il loro sollevatore mi danno la possibilità di salire tranquillamente in carrozzina».

Sempre a Bologna, Vittorio ha scoperto anche altro: «Il Comune mette a disposizione il trasporto gratuito per i lavoratori con disabilità, dalla sede di lavoro al proprio domicilio. È un’opportunità che per il momento non ho preso in considerazione, soprattutto per un fatto di organizzazione degli orari. Ci sono comunque i pro e i contro: a livello economico è ovviamente un vantaggio, ma da un altro punto di vista, quello dell’autonomia, è un servizio che può limitarti, perché devi sottostare agli orari stabiliti da altri».

Quel che però ha colpito maggiormente Vittorio è la differenza tra il capoluogo emiliano e il suo paese natale, rispetto all’accessibilità. «A Bologna - spiega - uno che si muove come me inizia a percorrere un marciapiede, sapendo benissimo che alla fine troverà lo scivolo da cui scendere. Nella mia città, invece, i percorsi devi studiarteli prima, per non essere costretto a muoverti in mezzo alle macchine, su strade che in genere sono anche piene di buche. Gli scivoli, quando ci sono, sono spesso troppo ripidi e così mi ritengo fortunato di poter guidare una macchina, ma penso anche a persone con altri tipi di disabilità, che per non correre eccessivi pericoli rischiano di restare quasi sempre chiusi in casa».

Un altro pianeta ancora è quello in cui si è mosso Vittorio in alcune delle città visitate all’estero. «Quando sono andato in Francia - racconta con divertimento - mi prendeva quasi una certa nostalgia dei gradini. E infatti chiamavo a casa, chiedendo di inviarmi la foto di un gradino del mio paese! Certo, sono stato solo nei centri storici di città come Grenoble o Lione, e magari nelle periferie le cose sono completamente diverse. Quello che però ho trovato lì è stato formidabile, a partire dai tram con le rampe per salire. E anche a Montecarlo l’accessibilità è ben diversa da quella cui ero abituato. Ripeto: molto probabilmente anche all’estero ci sono situazioni peggiori, o addirittura migliori, ma queste sono state le esperienze che finora ho vissuto direttamente e le ho trovate del tutto imparagonabili rispetto al paese dove sono nato».

March 2018