Nei giorni scorsi è stato convertito, con modificazioni, il Decreto Legge 27 dicembre 2024, n. 202, (cd Decreto milleproroghe). In particolare l’art. 19 quater della Legge di conversione ha introdotto sostanziali modifiche alla riforma della disabilità. La fase della sperimentazione della riforma prevista dall’art. 9, comma 1, del Decreto Legislativo 3 maggio 2024, n. 62, viene allargata a 24 mesi. Di conseguenza le nuove procedure entreranno a regime su tutto il territorio nazionale non più il 1° gennaio 2026, ma il 1° gennaio 2027. Dal 30 settembre 2025 le attività di sperimentazione saranno allargate ad altre dieci province (Alessandria, Lecce, Genova, Isernia, Macerata, Matera, Palermo, Teramo, Vicenza, Provincia autonoma di Trento, Aosta) che si vanno ad aggiungere alle nove già individuate in precedenza (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste). La fase sperimentale riguarderà anche quattro ulteriori patologie, oltre alle tre già individuate in precedenza (autismo, sclerosi multipla, diabete mellito di tipo 2) sono state aggiunte anche le cardiopatie, le broncopatie, l’artrite reumatoide e le malattie oncologiche. Anche l’adozione del Decreto che dovrebbe stabilire le nuove tabelle di invalidità slitta di un anno, pertanto dovrà essere emanato entro novembre 2026. Il rinvio di un anno della riforma della disabilità sta suscitando diverse reazioni, talvolta anche discordanti tra loro. Alcuni ritengono ragionevole il rinvio della riforma visti i problemi applicativi che si stanno registrando in queste prime settimane di fase sperimentale. Altri osservano che con questo rinvio si siano tradite molte aspettative, soprattutto per la partenza ritardata del progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato. Si auspica che questo rinvio possa servire a individuare eventuali criticità, a correggere alcune storture e a colmare vuoti interpretativi e procedurali di una riforma tanto attesa dalle persone con disabilità.